Il Buon Pastore (Gv 10,1-10)
Le pecore sono chiuse dentro un recinto: sono i confini della nostra esistenza terrena. Quell'ovile-esistenza è un luogo di morte: le pecore tenute al suo interno sono destinate al macello. In questo mondo-ovile sorgono molti pastori, che si propongono ed impongono come guide di noi pecore; si presentano quali ideali da seguire: il vincente, il giovane, il ricco, il potente..... ma in verità sono ladri e briganti che portano distruzione: la morte e la solitudine sono ciò che resta del loro modello di vita (Sal 49/48,15).
Gesù è diverso. Egli è un pastore che libera le pecore dal recinto e ale porta al pascolo, all'aperto, perchè abbiano la vita e l'abbiano in abbondanza. Tuttavia facciamo fatica a riconoscere la sua voce perchè è esattamente opposta a quella degli altri pastori: ci dice che la ricchezza la troviamo facendoci poveri e non accumulando beni (Mt 6,19; Mc 10,21), la forza facendoci deboli e non potenti (2 Cor 12,10), la gioia essendo piccoli e non grandi (Mt 11,25); ci dice che abbiamo la vita se la doniamo, non se la tratteniamo e conserviamo (Mt 16,25). Questa voce può suonarci dura, eppure i nostri cuori sono fatti per essa.
Il cuore dell'uomo è la porta attraverso la quale passa il Pastore bello, è la sua stessa dimora in cui Egli è di casa.